La complessità

L’umano è complesso

Semplice, se seguiamo l’etimologia, è un fenomeno lineare, senza pieghe, ripetibile, con un chiaro rapporto di causa ed effetto, prevedibile. Per fare un esempio, se mi pesti pesantemente un piede mentre balliamo io contrarrò il volto, urlerò, ritirerò il piede e mi fermerò a massaggiarlo. Tu mi chiederai scusa. Prevedibile fino a qui, è capitato a tutti.

Complicato (cum plico) é qualcosa che ha delle piegature che si possono però “s-piegare”, scomponendolo nelle sue parti lineari, ripetibile a parità di condizioni, anche qui con un rapporto di causa ed effetto, anche prevedibile, seppure con difficoltà di calcolo e approssimazione. Restando nell’esempio, se tu non reagisci al pesante pestone che io ti ho inferto, sulle prime mi sorprendo ma poi guardo le tue scarpe e vedo che sono spessi anfibi, simili a scarpe antinfortunistiche, e allora comprendo e mi sento sollevata, considerati i miei tacchi a spillo!

Complesso, vale a dire intrecciato, tessuto insieme, secondo l’etimologia, è un sistema non lineare, costituito da molti elementi connessi tra loro e interdipendenti, non è riducibile (l’insieme è superiore alla somma delle parti), non è ripetibile né prevedibile, senza più nessun rapporto lineare di causa-effetto. Richiede una visione sistemica. Nel nostro esempio, io potrei avere molte ragioni più o meno consapevoli per desiderare di farti male, forse per vendicarmi, oppure tu potresti avere motivi per fingere un dolore maggiore di quello provato o reagire con una rabbia sproporzionata. Tutto questo all’interno della relazione che abbiamo costruito insieme e che viviamo in un dato modo in questo momento della nostra vita…

L’umano è complesso e richiede tempo e pazienza per essere decodificato. Inoltre, spesso rimane misterioso o non compreso fino in fondo. Credo che sia una buona ragione per non semplificare in eccesso, per essere più umili e non cadere nell’errore di giudicare  e condannare frettolosamente i comportamenti altrui, come i propri.